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Ariele

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Psicoterapia progettuale

Sempre di più le persone sembrano evitare il contatto con l’Altro da sé. Il mondo è sempre più popolato di Avatar, rappresentanti di mondi interni sofferenti e chiusi in sé stessi, dove l’io galleggia spaventato, proiettando all’esterno immagini stereotipate. Come recuperare le radici perdute? E, vincere l’ostinata negazione di una dimensione intersoggettiva?

I gruppi si disperdono incessantemente, i confini sono instabili, i setting sembrano non tenere.

I gruppi si disperdono incessantemente, i confini sono instabili, i setting sembrano non tenere.

Gli individui sono sempre in bilico fra la ricerca dell’Altro e il suo rifiuto. I legami di gruppo, sotterranei e remoti, non sembrano in grado di contenere l’emergenza delle differenze individuali. Come uscire dal conformismo e l’indifferenza? Dalla vacuità dei legami sociali? Come intravvedere “forme” nuove, mai sperimentate prima?

L’ipercapitalismo, che caratterizza la nostra epoca, conduce a una competizione sempre più accesa. La “vendibilità” e il margine di un prodotto, anche di natura intellettuale, scavalca ogni altra valutazione. Calata nelle realtà organizzative, questa priorità sconvolge il legame con l’altro e l’oggetto di lavoro. La relazione appare fredda e utilitaristica, svuotata degli elementi che alimentano la creatività, come l’amore e il desiderio …). Come ritrovare la generatività sociale che si alimenta nel “riconoscimento reciproco”?

L’uomo, la specie umana, costruisce mondi, nella misura in cui riesce a declinare la soggettività con il suo “stare con l’Altro”. La guerra e la distruzione dell’ambiente di vita sono innanzi tutto la negazione di quello “stare” condiviso che travalica ogni confine. Il conflitto è distruttivo solo quando nega i limiti soggettivi e rifiuta il caos momentaneo dell’ascolto reciproco e la vertigine della scoperta. Affinché l’angoscia della bellezza non si tramuti in distruttività è necessario, nell’esplorare l’indicibile, percepire la presenza dell’Altro come oggetto d’amore.

 

GLI INCONTRI SARANNO DAL VIVO E TRASMESSI ANCHE ONLINE

FINALITÀ DEL PERCORSO SEMINARIALE
I cinque seminari previsti nel percorso si propongono di approfondire, soprattutto attraverso il dibattito, i temi affrontati nel Colloquio di dicembre, con l’obiettivo di mettere a terra prospettive di possibili cambiamenti, in un momento storico in cui sembra si sia smarrito il senso dello stare insieme.
A tutti i partecipanti verranno forniti i video degli interventi dei seminari che, insieme alle relazioni dei relatori presenti, potranno essere oggetto di approfondimento.

A CHI È RIVOLTO
I seminari sono rivolti a tutti coloro che desiderano riflettere sulle dinamiche sociali che limitano la possibilità di una progettualità feconda e condivisa nei diversi contesti di appartenenza, quali per es.: le organizzazioni di lavoro pubbliche e private e le istituzioni dedite allo sviluppo e formazione delle persone, anche in ambito psicoterapeutico.

GLI INCONTRI SEMINARIALI
Sono previsti cinque incontri mensili, dal vivo e online, di quattro ore, durante i quali relatori qualificati riprenderanno, suggerendo nuove prospettive, i temi affrontati nel corso del Colloquio di dicembre.
I contenuti proposti saranno oggetto di dibattito e di elaborazioni in gruppo, attraverso lo strumento del Listening Post e, eventualmente, di altre tecniche attive di conduzione, atte a far emergere pensieri e vissuti nel gruppo dei partecipanti.

Prima di ogni incontro i partecipanti potranno prendere visione, su ogni singolo tema, delle relazioni registrate durante il colloquio di dicembre.

 

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